Celebriamo con un’intervista al socio fondatore Boris Radic i primi 20 anni di Soaptec!

Qualche riflessione in occasione del ventennale di Soaptec

Esattamente vent’anni fa nasceva un’azienda italiana che in poco tempo sarebbe riuscita a raggiungere significativi traguardi internazionali. Era il 18 luglio 2003 quando Soaptec da semplice progetto di un gruppo di tecnici del settore della saponificazione si trasforma in una realtà in grado di assicurarsi il suo primo contratto ancor prima della sua inaugurazione ufficiale. 

Nel corso di questo ventennio sono tante le sfide e gli ostacoli che Soaptec ha affrontato e vinto, tanto da assicurarsi il ruolo da protagonista che oggi ricopre grazie alla fornitura di macchinari e impianti per la fabbricazione del sapone all’avanguardia in ogni parte del mondo. Tuttavia, in occasione di questo importante anniversario è più che altro ai successi che ci hanno resi quelli che siamo e ai progetti per il futuro che vogliamo guardare, e per farlo abbiamo pensato di condividere con tutti i lettori del nostro blog ufficiale un’intervista a Boris Radic, uno dei soci di Soaptec che è ha partecipato fin dall’inizio a questa incredibile avventura. 

Ecco cosa Boris ha deciso di condividere con noi.

Boris, potresti fare un resoconto degli ultimi vent’anni?

È ancora difficile riuscire a distanziarsi abbastanza per vedere la situazione chiaramente. La sensazione è quella di combattere costantemente per creare il nostro spazio, ma se si guarda oggettivamente indietro si vede che la verità è che abbiamo fatto grosso modo tutto nel nostro settore, raggiungendo ogni obiettivo che ci eravamo prefissati in origine e molti altri che non ci saremmo mai immaginati. Dice tutto il fatto che siamo tra le poche aziende nel mondo – meno di tre! – che sono al top.

Com’è nata l’idea di fondare un’azienda specializzata nella progettazione e produzione di macchinari e impianti per la produzione di sapone?

È stato un percorso molto naturale… Eravamo dei tecnici del settore trovatisi in una situazione particolare, con tanta voglia di fare e lasciare un segno.

Quali sono stati i principali ostacoli che avete dovuto affrontare nel corso di questi vent’anni e come li avete superati? 

Sicuramente avendo cicli di produzione molto lunghi ci sono capitati periodi di carenza di liquidità, nonostante la presenza costante di ordini in entrata… E per fortuna di ordini ne abbiamo sempre ricevuti! Ci sarebbero da menzionare un altro paio di problemucci che non sono dipesi da noi o dalla natura della nostra impresa, bensì da forze esterne, ma in questa occasione positiva preferiamo soprassedere.

Potresti raccontare un episodio significativo o un aneddoto che ti ha particolarmente colpito nel corso della tua esperienza imprenditoriale? 

Potremmo scrivere libri interi con le possibili risposte a questa domanda! La prima cosa che mi viene in mente è il nostro primo contratto, con Unitata. Hanno firmato con noi anche se Soaptec in pratica non esisteva ancora perché gli era stato consigliato di comprare da noi per la nostra onestà ed erano quindi sicuri che non avrebbero avuto problemi.

Ci sarebbe anche la storia incredibile di un contratto in Mauritania, dove in una sola mattina ci siamo assicurati un contratto da 1 M. Ma davvero, di storie di questo tipo ne avrei a centinaia.

Quali sono stati i momenti di maggior successo e soddisfazione per la vostra azienda? 

I tantissimi start-up andati direi elegantemente, senza alcun intoppo. Quando si avvia una linea, una macchina o un impianto in poche ore o minuti e tutto va anche meglio del previsto… È davvero una sensazione meravigliosa. Una grande soddisfazione.

Come avete affrontato l’evoluzione tecnologica nel corso degli anni, e quali innovazioni avete introdotto nei vostri macchinari e impianti? 

Siamo sempre stati molto curiosi, tanto che spesso ci siamo trovati a cercare “dei problemi da applicare alle soluzioni”! Abbiamo sempre innovato ma nel senso giusto, garantendo prima di ogni altra cosa affidabilità e facilità d’uso, perché sappiamo che il nostro prodotto viene usato in un contesto industriale e in condizioni spesso molto difficili. Noi siamo bravi ad utilizzare dei sistemi tradizionali – e perciò affidabili e conosciuti – in combinazioni innovative così da far nascere delle sinergie nuove ed inaspettate. 

Poi, c’è sempre il contesto tecnologico e di conseguenza degli aggiornamenti in quel senso: assi elettrici, motori lineari, robotica, sistemi di visione ed altre cose di questo tipo che rendono i nostri prodotti all’avanguardia. 

Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 

I nostri impianti sono stati ormai da tempo quasi completamente decarbonizzati: questo significa poco o niente vapore e zero effluenti. Siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo in parte innovando ed in parte spostando il bilancio sull’elettrico.

Come vi siete differenziati dalla concorrenza? 

Prima cosa: perché siamo anche simpatici, onesti e brava gente! Scherzi a parte, diciamo che siamo molto concentrati sul nostro lavoro e i nostri obiettivi; tutti noi soci siamo tecnici del settore e a molti nostri clienti piace tantissimo l’approccio diretto che siamo in grado di mettere in campo. Possono discutere quasi tutti i lati dell’affare con pochissime persone, il che succede molto più raramente di quanto si potrebbe pensare. Poi, abbiamo anche un’offerta molto completa di macchine ed impianti di qualità con un rapporto qualità/prezzo sicuramente irraggiungibile per i nostri concorrenti.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro dell’azienda e quali strategie avete in mente per mantenerla competitiva e in continua crescita? 

Stiamo pensando di espanderci verticalmente in modo da poter creare diverse aziende che possano in qualche modo essere collegate a Soaptec, pur avendo una “vita autonoma” e la propria rosa di clienti. Ma oltre a questo ci sono molti nuovi progetti di cui preferiremmo ancora non parlare, anche per scaramanzia!

Come avete gestito il rapporto con i vostri dipendenti e come avete costruito il vostro team nel corso degli anni? 

I soci fondatori sono le fondamenta, i dipendenti sono le colonne portanti dell’azienda. Sappiamo tutti che è molto difficile incontrare la persona giusta e che ancor più difficile è rendersene conto. Bisogna farsi sempre le domande giuste, dare fiducia ed avere pazienza. Le leggi purtroppo sono come delle trappole che ti fanno pagare degli inevitabili errori di percorso in maniera draconica. Per me questo è il primo ed il più grave problema. Insomma, si fa molta fatica a costruire un team ed è molto più facile sbagliare che indovinare.

In che modo la vostra azienda ha contribuito al settore della produzione di sapone a livello globale e quali sono i vostri piani per l’espansione internazionale? 

Siamo già internazionalissimi! Esportiamo tutto!

Tra i soci, come avete diviso i ruoli e le responsabilità all’interno dell’azienda? Come avete gestito eventuali divergenze di opinione o conflitti nel corso degli anni?

Inizialmente eravamo in tre, tutti tecnici. Quasi subito ci siamo trovati a dividerci diversi compiti: uno si occupa principalmente dell’aspetto commerciale dell’azienda, l’altro di quello tecnico/produttivo, mentre il terzo gestisce la parte amministrativa e il personale. 

Lavorando in tre può capitare che si crei quella dinamica di due contro uno; è quasi inevitabile che succeda… L’importante è che non siano sempre gli stessi due contro lo stesso uno!

Qual è stata la vostra più grande fonte di ispirazione in ambito lavorativo? 

Voglia di libertà, in un certo senso. Sapevamo tutti che non si diventa ricchi facendo macchine, ma volevamo la libertà di essere creativi, certo, ma non solo.

Se poteste dare un consiglio a chi sta pensando di avviare un’impresa in questo settore o in generale, quale sarebbe? 

Non farlo! A parte gli scherzi, bisogna essere preparati a fare grandi sacrifici e ad accettare una vita con poche certezze. 

Qual è il vostro augurio per il futuro? 

Che la seconda generazione porti avanti quello che noi abbiamo iniziato moltiplicando molte volte il nostro risultato. Spero – un po’ anche credo – che una base solida su cui costruire ci sia già.